sabato 18 febbraio 2017

Ein deutscher Vorgeschmack der Region


Di Elisa Iuri

Italienisch, Friaulisch, Deutsch und Slovenisch. Das ist aber nicht alles: in Friaul karakterisieren Sprachvarianten und Akzente jede einzelne lokale Realität. Als unvermeidliche Folge kann die Region für ihren sprachlichen Reichtum nur beneidet werden.

Für das, was die deutsche Sprache betrifft, ist die österreichische Grenze sicher kein unüberwindbares Hindernis. Im Gegenteil gibt es zahlreiche Interferenzen, insbesondere in den zwei – und mehrsprachigen Gebieten, z.B. im Kanaltal. In der Region gibt es nicht nur Lehnprägungen und Entlehnungen am Grenzgebiet. Dies wird von den germanischen Siedlungen bestätigt, die schon seit dem Mittelalter in Nordfriaul tätig sind: Es handelt sich um die Sprachinseln von Sappada und Sauris, aber auch um die linguistische Halbinsel von Tischelwang. Obwohl Sappada zur Provinz Belluno gehört, wird es dennoch zu Karnien dazugezählt, weil das Dorf Teil der Erzdiözese von Udine ist. Hinter dem bekannten Touristenziel versteckt sich eine ganz besondere Kultur, die durch den Dialekt seinen höchsten Ausdruck findet. Dieser Dialekt, der Pladen genannt wird, gehört linguistisch gesehen zur pustertaler – und kärntner Gruppe, sowie auch Zahre, der Dialekt, der in Sauris gesprochen wird. Tischelwangs Lage scheint anders zu sein: die Fraktion, wo Tischelwangerisch gesprochen wid, kann nicht als Sprachinsel gesehen werden, da dieser Dialekt eine sprachliche Kontinuitätslinie mit den Dialekten im Gailtal zieht. Es sollte jedoch betont werden, dass verschiedene historische Ereignisse eine gemeinsame Geschichte von Tischelwang und Gailtal vermeidet haben. Dies ist der Grund, warum sich Tischelwangerisch mit einer starken Autonomie entwickelt hat.

Die deutsche Sprache, natürlich nicht als Sprache Deutschlands gemeint, ist nicht nur in verschiedenen Varianten als Dialekt in Karnien eingedrungen, sondern auch im Friaulischen: Diese Sprache ist viel massiver beeinflusst worden, als man gewöhnlich denken möchte. Die kulturelle und politische Orientierung der Bewohner Friauls in Richtung germanische Welt verstärkt sich im Jahr 952. In diesem Jahr ist das friaulische Herzogtum der Longobarden Teil der römisch-deutschen Gebiete geworden. Auf jeden Fall ist die damalige Deutsche Sprache auf die Umgebung der Burgen beschränkt geblieben, so dass sie nur von den oberen Klassen beherrscht wurde. Dadurch kam es in der Alltagssprache der unteren Klassen zur Verwendung anderer lexikalischer Einheiten, insbesondere für das, was Anthroponyme, Ortsnamen und andere Worttypologien betrifft. Heute noch gibt es im Friaulischen Anthroponyme wie "Snaidero" (Schneider), "Màiero" (Meier) oder "Sostero" (Schuster), sowie einfach erkennbare Ortsnamen, die mit "-bergo" (Berg) oder "-stagno" (Stein) enden, z.B. Spilimbergo und Partistagno. Interessant sind lexikalische Beispiele wie "licôf "(zusammengesetztes Wort aus lit und kouf/kauf), was Eröffnungsfeier bedeutet, oder "cràmer" (Krämer). Genau die Figur des Strassenhändlers trägt die Verantwortung für den deutschen Einfluss ab dem 16. Jahrhundert. Dies, weil in dieser Zeit die Republik Venedig den Handel von Gewürzen und Kurzwaren in Karnien unterstützt hat. Von diesem Zeitpunkt an werden die linguistischen Interferenzen mit der deutschen Sprache immer intensiver und heutzutage kann man Lehnprägungen und Entlehnungen in jedem Bereich des Lebens erkennen. Die offensichtlichsten Beispiele findet man terminologisch im Zusammenhang mit dem Wald, wie im Fall von "stròz/strozzâ" (vom tirolerischen strouzn), aber auch in der Bergausrüstung, wie bei "sachimpàc" (Sack und Pack). Es ist klar, dass es im Karnisch-Friaulischen viel häufigere deutsche Einflüsse gibt als im restlichen Teil der Region, vor allem in Bezug auf diese Zeit. Im 19. Jahrhundert kommt es dank der Vorherrschung Habsburgs zu einem tieferen Kontakt zwischen friaulischer und germanischer Kultur. Dies führt zum Einsatz eines neuen Wortschatzes. Es handelt sich meist um Lehnwörter im Technologischen Bereich, wie "spolert" (Sparherd), "sinis" (Scheine), "chèlare" (Kellerin), oder "crafin" (Krapfen).

Heute noch ist der deutsche Einfluss im Friaulischen wohl present, jedoch die deutschen Dialekte verschwinden immer mehr. Um diesem Phänomen entgegenzuwirken, versucht man Sprache und Kultur wieder aufleben zu lassen und das Interesse am Anderssein zu wecken.


Italiano

Un Assaggio di Tedesco in regione

Italiano, friulano, tedesco e sloveno. Ma il panorama lingustico del Friuli Venezia Giulia non si limita a questo: tra varianti, accenti e sfumature che caratterizzano ogni singola realtà locale, la Regione può vantare un ventaglio di possibilità più che invidiabile.

Per ciò che concerne il tedesco, l'odierno confine austriaco non è certo un blocco per la contaminazione linguistica e, anzi, continua ad offrire forme inedite, soprattutto nelle zone bilingui e plurilingui, come la Val Canale. Esistono situazioni che vanno oltre ai prestiti e ai calchi di confine, tanto che in Carnia sono presenti insediamenti tedeschi fin dall'epoca medievale: si tratta delle isole alloglotte di Sappada, Sauris e della penisola linguistica di Timau. Sappada, sebbene appartenga alla Provincia di Belluno, è da considerarsi aggregata alla Carnia per pertinenza religiosa, facendo parte dell'arcidiocesi di Udine. Dietro alla famosa meta turistica montana, si cela una cultura del tutto particolare, che trova la sua massima espressione nell'interessantissimo dialetto del Pladen. Dal punto di vista linguistico, appartiene al gruppo pustero-carinziano, come anche lo Zahre, parlato a Sauris. La situazione di Timau, in cui il dialetto timavese è pura espressione della storia locale, risulta essere ancora diversa: non si può parlare di "isola linguistica", perchè il tipo dialettale riporta al carinziano dell'alta Valle della Gail, permettendo una situazione di continuità. Va sottolineato, però, che le differenti vicende storiche si sono susseguite evitando di accomunare Timau al Gailtal, permettendo al timavese di svilupparsi con spiccata autonomia.
 
Oltre a queste realtà autonome, il tedesco, non inteso ovviamente in termini di lingua ufficiale della Germania, ha contaminato il friulano in maniera maggiore rispetto a ciò che si è soliti pensare. L'orientamento culturale e politico verso il mondo germanico da parte degli abitanti della Regione si intensifica a partire dall'anno 952, in cui il ducato longobardo del Friuli entra a far parte dell'Impero Germanico. La parlata tedesca, in ogni caso, rimaneva circoscritta entro le cerchia dei castelli, pertanto solo le classi più agiate la utilizzavano con dimestichezza, facendo da tramite per antroponimi, toponimi ed altri elementi lessicali utilizzati nella lingua corrente anche da chi non aveva accesso alla parlata d'élite. Ancora oggi il friulano vanta antroponimi da nomi comuni come Snaidero (da Schneider, sarto), Màiero (da Meier, fattore) o Sostero (da Schuster, calzolaio), nonchè toponimi facilmente identificabili per la terminazione in -bergo (da Berg, montagna) e -stagno (da Stein, pietra), come Spilimbergo e Partistagno. Tra gli elementi lessicali, curiosi i casi di licôf (parola composta da lit, sidro e kouf/kauf, compera) per indicare un festeggiamento inaugurale e cràmer (da Krämer, mercante ambulante). È proprio questa figura, quella del venditore ambulante, a diventare il tramite privilegiato di importazione di termini tedeschi in Friuli a partire dal secolo XVI, quando la Repubblica di Venezia inizia a favorire gli ambulanti carnici nell'esportazione di spezie e articoli di merceria. Da questo momento in poi, i tedeschismi in Carnia iniziano ad investire ogni campo della vita quotidiana senza interruzioni cronologiche. Gli esempi più lampanti si ritrovano nella terminologia relativa ai lavori collegati al bosco, come stròz/strozzâ (dal tirolese strouzn, trascinare i tronchi), nonchè nel lessico specifico dell'equipaggiamento da montagna, come dimostra il termine sachimpàc (da Sack und Pack, armi e bagagli), con cui si intende il comune zaino. È chiaro che nella varietà del friulano carnico, soprattutto considerando le influenze di questo periodo, saranno presenti più tracce di impronta tedescofona rispetto alle altre varietà di friulano. Nell'Ottocento, conseguentemente alla dominazione austro-ungarica, viene stabilito un contatto profondo con il mondo tedesco, che porta all'inserimento di nuove voci nel vocabolario della zona. Si tratta soprattutto di prestiti in merito ad innovazioni tecnologiche, come spolert (da Sparherd, cucina economica), sinis (da Scheine, binari), chèlare (da Kellerin, cameriera), o crafin (da Krapfen).

Quanto ad oggi, se le influenze di matrice tedesca in friulano sono presenti e vengono utilizzate su larga scala, a livello di uso, le parlate tedescofone subiscono un considerevole declino. Cercare di tutelarle ed interessarsi, oltre alla lingua, alla cultura, alle tradizioni e alla storia di queste realtà significa continuare a farle vivere nella vivacità che le ha sempre contraddistinte.

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