sabato 17 giugno 2017

Gegen den Mythos des "Dialektes"


Di Elisa Iuri
Traduzione a Cura di Elisa Iuri

"Ich werde mit meinem Kind niemals im Dialekt sprechen, da es sonst die Schriftsprache nicht erlernt!”
"Es wird in der Schule von allen gehänselt werden”
"Heutzutage sollte man nur Italienisch oder Englisch sprechen!”
"Außerhalb unseres Umfeldes versteht uns niemand. Welchen Sinn sollte es haben eine solche Sprache aufrecht zu erhalten?”


Diese Aussagen hört man häufig, vor allem im Friaul-Julisch Venetien. In der Region ist die Zahl der Menschen, die Friaulisch sprechen drastisch gesunken. Gemeinsam mit dem Friaulischen haben sich auch die anderen Minderheitssprachen, nicht nur von lateinischer Abstammung, abgebaut.
Zum Glück und vor allem dank des Gesetzen Nr.482 vom 15 Mai 1999 (˶Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”) hat sich die Situation grundlegend geändert: Heute, 18 Jahre nach der politischen Wende im sprachlichen Bereich, ernten wir die Früchte der harten Arbeit von vielen Freiwilligen und Professionisten, die mit Herz und Seele die lokalen Sprachen verbreitet haben.
Obwohl Studien beweisen, dass die Zwei- oder Mehrsprachigkeit für die Betroffenen ein großes Glück bedeuten, halten sich die typischen Klischees aufrecht. Trotz der Tatsachen, dass Mehrsprachigkeit die Aufnahme des Italienischen in keiner Weise behindert (im Gegenteil: Die Betroffenen haben größere Fähigkeiten andere Sprachen zu lernen) und dass die Bereitschaft an Alzheimer zu erkranken im Durchschnit um 5 Jahre verschoben wird, wird der Mythos "Dialekt" weiterverbreitet.

"Man kann den Dialekt nicht in allen Bereichen anwenden! Und außerdem…welchen Nutzen habe ich davon? Uns reicht schon das Italienische!”
"Es ist nutzlos”


Wer hat solche Aussagen noch nie gehört? Leute, die an den Mythos glauben würden vor einem altem Dialekt, der kein linguistisches Dach für moderne Sprachen darstellt erschaudern.
Seinen eigenen Ursprung zu verleugnen und die Sprache zu vergessen: Diese Tatsache sollte uns zum erschaudern bringen. Die Sprache und alles was damit verbunden ist bezeichnet unser Sein; sie zu vergessen bedeutet unser Dasein zu verleugnen. Wer immer versucht ˶den größten Vorteil” zu ziehen in dem er "Englisch statt Maltesisch lernt”, glaubt diese Entscheidung auch für den Dialekt anwenden zu können. Dies ist aber nicht möglich, da jeder von uns mit der Sprache verwurzelt ist.
Um auf die Frage zurückzukommen, ob die lokalen Varianten in allen Bereichen eingesetzt werden können, gibt es mehrere Beispiele dafür.

Ein lobenswertes Beispiel ist sicher das Projekt ˶Telezaiting” von Tischelwang. Es handelt sich um eine wöchentliche Nachrichtensendung ganz auf Tischelbongarisch, die auf der lokalen Fernsehstation ˶Tele Alto Bût” Anfang der 2000 Jahren acht Mal auf Sendung gegangen ist. Die besprochenen Themen waren nicht nur lokal, sondern auch International: Außer Sport, Kultur und das Tagesgeschehene wurde auch über das Problem des Rinderwahns, die Sperrung des Kraftwerks von Tschernobyl und den Jahrestag der Ermordung von John Lennon gesprochen.
Das linguistiche Ziel wurde auch erreicht: Es wurden keine Lehnwörter aus dem Friaulischen und dem Italienischen benutzt, da neue Wörter auf Tischelbongarisch erfundn worden sind.
Die 265 Stunden im Studio und die weitere Arbeit der Redakteure haben sich also glohnt: Dies ist ein Beweis dafür, dass lokale Sprachen in jeden Bereich verwendet werden können, wenn man ihnen die Möglichkeit gibt zu überleben.


Sfatando il mito del “dialetto”

“Non parlerò in dialetto con mio figlio perché non imparerà mai bene l’italiano!”
“Sarà preso in giro da tutti quando andrà a scuola”
“Ormai è il caso di parlare solo in italiano, o anzi in inglese!”
“Fuori dal nostro piccolo non ci capiscono, che senso ha continuare a portare avanti una lingua del genere?”


Imbattersi in questi discorsi non è affatto difficile, soprattutto in Friuli-Venezia Giulia. In regione oltre al friulano, lingua che col passare del tempo ha visto il proprio numero di parlanti diminuire drasticamente, ci sono molti altri idiomi, non solo di derivazione latina, che sono stati in parte dimenticati o comunque non sono il pane quotidiano dei più giovani.
Fortunatamente, soprattutto grazie alla Legge n.482 del 15 maggio 1999 ("Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche"), la situazione sta cambiando e oggi, 18 anni dopo la svolta politica rivoluzionaria in ambito linguistico, si colgono i frutti del duro lavoro di moltissimi, volontari e non, che hanno messo anima e cuore nella diffusione delle parlate locali e finalmente tra le strade sentono sempre più spesso la propria lingua.
Sebbene molteplici studi dimostrino che la condizione bilingue o plurilingue sia di fatto un’autentica fortuna, che non ostacola in alcun modo l’assimilazione dell’italiano e, anzi, dota i fortunati di una predisposizione naturale nei confronti di ulteriori idiomi, oltre a rallentare in media di 5 anni l’incombere del morbo di Alzheimer, nel sapere comune gli stereotipi e l’ignoranza in materia persistono. Il mito del “dialetto” e della sua nocività continua ad essere tramandato.

“Non si può mica applicare in tutti i campi! E poi…a cosa serve? Abbiamo già l’italiano!”
“È inutile!”

Chi non ha mai sentito queste parole? Davanti all’utilizzo di una variante dialettale antica che non funge “neanche” da tetto linguistico per moderne lingue standard, coloro che credono veramente nel mito in questione rabbrividirebbero.
Rinnegare chi si è e da dove si viene, abbandonando del tutto, anche dalla memoria, le proprie origini: questo mette i brividi. La lingua, in fin dei conti, è ciò che prima di tutto designa il nostro essere; dimenticarla, significa dimenticare la nostra essenza. Chi guarda all’”utilità”, sembra non rendersi conto che prima di decidere che “imparare l’inglese è più utile che imparare il maltese”, non si può decidere sulla propria parlata ritenendola inutile, perché ognuno di noi pone le proprie radici nella lingua.
Arrivando alla questione dell’applicazione linguistica delle parlate locali in tutti gli ambiti, seppur inconfutabile il fatto che spesso manchino vocaboli e si ricorra al repertorio di altre lingue, esistono esempi di neoformazioni anche in contesti non quotidiani o casalinghi, a dimostrazione che, nella realtà dei fatti, ogni parlata può essere utilizzata in qualunque campo, se questo è ciò che una comunità vuole.

Uno degli esempi più lodevoli è certamente il progetto “Telezaiting” di Timau. Si tratta di un notiziario settimanale completamente in timavese, in onda sull’emittente televisiva locale “Tele Alto Bût” per otto volte all’inizio degli anni 2000. I temi trattati spaziavano dalla cronaca, agli avvenimenti culturali, alle notizie sportive. Il tutto non aveva solamente la realtà di Timau e dei paesi circostanti come contesto, in quanto uno spazio era riservato a temi trattati a livello internazionale. Tra questi, interessante il servizio sui problemi che derivano dal morbo della mucca pazza, come pure la notizia sulla chiusura della centrale di Cernobyl e quella sull’anniversario dell’uccisione di John Lennon.
L’obiettivo dal punto di vista linguistico era quello di evitare prestiti dal friulano e dall’italiano, qualora vi fosse una mancanza lessicale in timavese, per dare spazio a neologismi nella parlata locale.
Le 265 ore di registrazione in studio, oltre al lavoro autonomo dei registi, hanno portato alla realizzazione di qualcosa di veramente grande: si tratta della dimostrazione del fatto che le parlate locali erano, sono e saranno sempre tanto forti da potersi imporre in qualunque ambito, se si dà loro la possibilità di sopravvivere.

5 commenti:

  1. Sarei per dialetto e italiano insieme si neonati.

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  2. Sono nata e vissuta in Friuli, papa militaresmmacadali ga entrambi calabresi. Parlavano semprece solo italiano fraoro e cinnoi figli. Il friulano l,'ho appreso fuori, ero curiosa co.e una scimmia fin da piccola. A 10 anni ho dimostrato una predidlosiz per leu gue, ho iniziato studiare francese da sa. Alle superiori la passione della linguistica. A' unuv jo scelto Lingue straniere con esami sui dialetti, la li guistica. Appassionata ancora oggi. Amo pensare che a via influito l'italiano dentro e il furlsn fuori! Continuate ad luetarci con i vs articoli e grazie!

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  3. Scusate errori da smartfone con qualche problemino alla tastiera....

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  4. Ho letto con interesse l'articolo che hai pubblicato e fa piacere che venga citata l'iniziativa “Telezaiting”. A quei tempi, 17 anni fa, il progetto si poteva considerare all'avanguardia nel campo linguistico germanofono. Complimenti per la vostra iniziativa e il lavoro che state svolgendo a favore delle comunità linguistiche della regione. Mauro Unfer responsabile del progetto “Telezaiting”.

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    1. Grazie mille di cuore! In realtà sono io che devo complimentarmi e ho pensato che il modo migliore per esprimere il mio apprezzamento nei confronti dell'iniziativa fosse scriverne.
      Elisa Iuri

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